Uomo politico italiano. Eletto deputato per il
Partito Socialista nel 1919, dopo aver partecipato alla guerra come ufficiale
degli alpini, fece parte dell'ala moderata, riformista, e dopo la scissione del
partito nel 1922 fu con gli "unitari" (Turati, Matteotti). Bersaglio
di varie azioni squadriste, dopo essersi adoperato per porre fine alla violenza
favorendo la firma del Patto di pacificazione, si andò convincendo che la
strada da seguire era quella della soppressione fisica di Mussolini e
immediatamente dopo il delitto Matteotti propose di approfittare dello sdegno
generale per operare un colpo di mano su palazzo Chigi. Il progetto venne
ripreso l'anno seguente, con la collaborazione del generale Capello, ma
nonostante la cura esso fu di fatto utilizzato come una provocazione da parte
della polizia. Grazie alle informazioni di un agente infiltratosi nel gruppo dei
cospiratori, tutte le mosse vennero seguite, sino al momento in cui, il 4
novembre 1925
Z.
venne arrestato con il fucile che si preparava a
puntare contro Mussolini. Il fallito attentato offrì al potere fascista
il pretesto per operare un nuovo giro di vite e procedere alla soppressione
totale delle libertà. Condannato a trent'anni nell'aprile del 1927,
ritornò in libertà dopo l'8 settembre 1943, riprendendo
l'attività politica. Nel luglio 1945 fondò un movimento socialista
indipendente, l'Unione Democratica Socialista, confluendo successivamente nel
PSDI (Monzambano, Mantova 1883 - Roma 1961).